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Bayer licenzia i top manager OGM

The Independent, 29 febbraio 2004

BAYER LICENZIA I TOP MANAGER OGM IN TUTTA EUROPA

Bayer CropScience dà il benservito ai capi dei suoi programmi OGM in tutta Europa. Pessimismo sulle prospettive delle colture transgeniche nel nostro continente?

Tra i licenziati c'è il dott. Paul Rylott, capo della divisione di bioscienza inglese della Bayer, in pratica la faccia della multinazionale davanti al pubblico britannico.

La notizia arriva a ridosso della decisione del governo inglese, attesa in questi giorni, di approvare la coltivazione di mais GM prodotto dalla stessa Bayer CropScience.

Dunque Rylott se ne va malgrado l'apparente vittoria ottenuta in UK.
Ma i licenziamenti hanno riguardato tutti i dirigenti delle divisioni di bioscienza dei paesi europei, e molti interpretano questa mossa come la conseguenza di una forte insoddisfazione per i risultati ottenuti in Europa.

L'ottobre scorso Monsanto, la società sementiera OGM maggiore del mondo aveva annunciato la chiusura del suo quartier generale britannico nel Cambridgeshire, con la perdita di 80 posti di lavoro e l'abbandono del business dei semi modificati nel continente.

La decisione era stata salutata come una vittoria dagli ambientalisti ed era stata interpretata come il lancio della spugna di fronte all'ostilità che l'opinione pubblica dimostra nei confronti degli alimenti biotech.

Fonti non ufficiali dei ministeri britannici sostengono che la mossa della Bayer dimostra un'analoga mancanza di fiducia nelle prospettive sulla coltivazione OGM in Europa.

Dai verbali del Consiglio dei ministri risulta che Margaret Beckett, segretario all'ambiente ha rivelato ai colleghi ministri che il governo si attende una domanda di mercato limitata per il mais OGM, e quindi "poche coltivazioni nel breve periodo".

Bayer formalmente sostiene la sua convinzione che in Gran Bretagna ci sia ancora un ottimo mercato, e che l'abbandono non riflette sue considerazioni negative sulle prospettive del settore, come d'altra parte aveva fatto anche Monsanto nell'autunno scorso.

Julian Little, portavoce dell'azienda, ha comunque ammesso che il mais OGM non si sarebbe mai trasformato nella gallina dalle uova d'oro: secondo le sue stime, non più del 10% dei 250.000 acri investiti a mais in Gran Bretagna sarebbe stato convertito a coltivazioni biotech (e gli ambientalisti sostengono che si tratti di una stima sin troppo generosa).

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